Perché le api raccolgono la resina? In che modo la usano?
Le api utilizzano la resina per la produzione di propoli ma anche per altri motivi: scopriamo quali
Osservando il comportamento delle api, notiamo che durante la fase di raccolta, gli sciami conducono in alveare molteplici sostanze. Le api bottinatrici prelevano polline e nettare dai fiori che successivamente trasformeranno in miele.
Oltre a questo, la loro attività di raccolta, si concentra anche verso altre sostanze come ad esempio la resina. La resina viene prelevata dalle cortecce degli alberi, da alcune gemme o dalle piante.
Si tratta del principale elemento per la produzione di propoli da parte delle api. Secondo alcuni studi inoltre, le api utilizzano le resine raccolte, anche per effettuare processi di automedicazione. Ma questo lo analizzeremo più avanti.
Come le api producono la propoli
Come abbiamo capito quindi, per produrre la propoli, l’ingrediente principale è la resina. Ma nello specifico come le api elaborano questa sostanza?
Quando le api raccolgono la resina da cortecce e piante, creano delle piccole palline che poi vengono impastate insieme alla loro saliva e a particolari enzimi prodotti da loro stesse.
Dato che la resina è davvero appiccicosa, quando le api bottinatrici fanno ritorno in alveare, le compagne le aiutano a rimuovere i residui della sostanza che sono rimasti attaccati al corpo o alle zampe.
Composizione specifica della propoli
Analizzando la propoli nello specifico, possiamo trovare elementi quali:
- Resine;
- Cera;
- Pollini;
- Sostanze minerali;
- Composti organici.
Al suo interno, la propoli contiene anche importanti vitamine e sostanze nutritive. Non a caso questa sostanza viene utilizzata anche dall’uomo come integratore alimentare. La propoli ha tantissime proprietà benefiche per l’organismo, anche per quello di noi esseri umani.
A cosa serve la propoli alle api?
Le api producono la propoli per destinarla a tanti utilizzi diversi, tra cui:
- Disinfettare l’alveare: le api sono animali molto puliti. La cura e l’attenzione verso l’alveare è quasi maniacale. Dato che gli sciami sono costituiti da gruppi numerosissimi di api (anche 60.000) l’igiene è importantissima. Nel caso in cui dovessero proliferare germi, funghi o batteri, questi si diffonderebbero rapidamente da un componente all’altro causando notevoli problemi sanitari. Per sopravvivere quindi, gli sciami prestano molta attenzione alla pulizia. La propoli viene utilizzata anche per disinfettare le celle prima che l’ape regina deponga le uova.
- Sigillare gli spazi vuoti: la propoli viene utilizzata anche per sigillare i piccoli buchi e gli spazi più piccoli in alveare. In questo modo si impedisce l’ingresso ad altri animali, evitando intrusi.
- Mummificare i cadaveri: in alcuni casi, nonostante le accortezze, capita comunque che alcuni predatori riescano ad entrare in alveare. In questi casi, le api uccidono immediatamente il nemico attaccandolo in gruppo e soffocandolo. Quando il corpo degli invasori è troppo pesante per essere spostato all’esterno, le api cominciano a imbalsamarlo. Al fine di evitare pericolosi processi di decomposizione, le api ricoprono il corpo con la propoli. È come se le api creassero delle vere e proprie mummie.
Resina: un elemento utile per l’automedicazione delle api
Secondo alcuni studi, le api utilizzano la resina anche per applicare interventi di automedicazione. Queste constatazioni sono emerse dopo attente osservazioni. Gli studiosi hanno notato che dopo attacchi da parte di patogeni la raccolta di resina aumentava notevolmente.
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